Le vacanze social, oltre i confini del mondo e della privacy
Voli low cost, offerte last minute e sharing economy, oggi le possibilità di scelta delle vacanze sono ormai unlimited per tutti, amanti degli inglesismi e non.
L’ardua scelta che ci troviamo a compiere nell’era delle scelte infinite troverà facilmente la sua collocazione in uno dei macrogruppi individuati grazie alla suddivisione del materiale audiovisivo confluito sui social e proposto sui profili degli ormai milioni di utenti, pronti a raccontarci quanta bellezza può esistere nel mondo se in sottofondo suona Sunset Biscuit.
Ed ecco che durante l’estate caldissima nuove e vecchie generazioni hanno vissuto le loro vacanze e anche quelle degli altri, grazie alle finestre digitali sempre aperte e pronte a proporre la migliore versione di noi stessi e delle nostre vite, nessuno escluso. La nostra curiosità ci ha portato a varcare i confini del mondo e della privacy: abbiamo tutti dormito in tende montate in timelapse, solcato i mari più impervi a bordo di barche a noleggio, scalato montagne con scarpe da trekking, comprate e usate solo quella volta. Baciato, ballato e bevuto, con la mano libera.
Ed ora dopo un agosto, vissuto tra video di tramonti e foto di piatti, è giusto tirare le somme e decretare quali sono state le vacanze social, più social.
Resiste inaspettatamente la vacanza più amata dal popolo della notte, controtendenza ma ancora gettonata, tra giovani e meno giovani: un format il cui fascino rimane talmente inarrestabile da attrarre anche le più alte cariche di governo tra le file degli adepti pronti a far l’amore da Trieste in giù. Partendo ovviamente da Milano Marittima.
Qui arrivi e ti sintonizzi su un altro fuso orario anche se sei a cinquanta minuti da casa. Una notte forse mai più dicevano gli Eiffel 65 e per 6 notti quella frase sarà la legge. Ci si sveglia dopo un lungo coma diurno e carichi come testate nucleari, ancora caldi di raggi UVA, si parcheggia davanti al locale e via #avolare. Qui la virilità si esprime nella potenza di ciò che contiene la glasset. È lei la vera protagonista. Lei la più attesa. Lei l’arma segreta. Lei l’unica arma nella maggior parte dei casi. Si alzano le mani al cielo e si è felici così: dompe in una mano, stellina scintillante nell’altra, sperando che qualcuno il video lo faccia.
Tra i classici non ancora tramontati ma comunque tramortiti ecco che fa capolino tra le vacanze social, la settimana in Villaggio. Cuba. Messico. Egitto. Turchia. Non importa dove sei. Non conta se per arrivare hai usato passaporto o carta d’identità, non conta neanche com’è il mare, tanto il bagno lo fai in piscina. Colazione continentale a buffet, dove la pasta è sempre scotta e i peperoni crudi non mancano mai. Una vacanza all’apparenza poco incisiva fino a quando non torni a casa e per i dieci giorni che seguono non canti altro che la sigla del villaggio, ti ricordi anche tutti i passi mai provati del balletto, sei stato istituzionalizzato.
Veniamo al podio. Il bronzo per quest’estate 2019 se lo aggiudica il format luna di miele. L’istituzione del matrimonio sembra non passare di moda, anzi, si adatta anch’essa ai canoni social e sociali i quali attualmente, in barba all’eleganza, non richiedono più un dono agli innamorati bensì un semplice e sempre amabile bonifico bancario. A nulla sono valse le manifestazioni in piazza della buoncostume, i novelli sposi per celebrare il loro amore vogliono liquidità. Le somme raccolte vengono solitamente investite in un viaggio: 3 o 4 settimane che spesso si suddividono in due macro unità: mare e cultura. Cronologicamente invertiti, per tornare comunque abbronzati, si presume.
Nell’era dei social la luna di miele diventa una vera e propria prova del nove, perché se i coniugi, partiti in due e stati solo e sempre soltanto in due, per 3 settimane, tornano entrambi, allora davvero si amavano.
Argento. La vacanza zaino in spalla che non è una vacanza, ma un viaggio, anche e soprattutto interiore. Il format celebrato dal film “The beach” e poi imitato dagli avventori di tutte le università private del mondo, giunge anche a noi e coinvolge tutti gli amanti dell’avventura, della bellezza e del disagio. 5 voli interni in due settimane per sperimentare le più estreme cucine locali, se c’è qualcosa che il nostro stomaco potrebbe non saper digerire ecco è proprio quello che dobbiamo provare a mangiare, per assaporare l’anima del luogo. Sennò tanto valeva rimanere a casa. Sennò che siamo andati lì a fare. Non è una vacanza e non è un viaggio, è una scommessa. Una scommessa con i compagni e con la vita: chi non muore può tornare per raccontare tutto e giurare, croce sul cuore, di non aver mai preso l’Enterogermina.
Ed eccoci giunti alla regina di tutte le vacanze social 2019, quest’anno ad aggiudicarsi l’oro è, ladies and gentleman, il campeggio. Vince il romanticismo, ed è sempre giusto così. È giusto premiare coloro che sono partiti pieni di aspettative e di tende della Decathlon, per tornare ad amare le cose semplici, per tornare a dare valore a cose scontate ma preziose come lo spazzolino elettrico carico, acqua calda e il phon grande. Hanno vissuto un’avventura reale fatta di Peroni tiepide e arrosticini cotti male. Hanno ascoltato i suoni della natura e delle radioline sempre connesse sul motomondiale. Hanno giocato a carte con i vicini di tenda e alle 9 e mezzo, dopo una doccia di Autan, si sono coricati, sperando che il sole sorgesse alle 11.
Riposo, avventura, mare, montagna, tutto è lecito. Alla fine non conta dove sei e nemmeno con chi perché attraverso il filtro di Hugi che segna anche le date di quei giorni indimenticabili, tutto diventa magia.