«Fleabag»? Potrebbe tornare nel 2030 (parola di Phoebe Waller-Bridge)
Poche ore dopo la cerimonia di consegna degli Emmy Awards, di Phoebe Waller-Bridge si parlava un po’ ovunque. Chi aveva visto le prime due stagioni di Fleabag non faceva altro che incensarla convinto che quei premi fossero i più meritati della serata, mentre chi non aveva mai sentito parlare di lei ha cominciato a documentarsi cercando di capire da dove venisse tutto quel trambusto. Intanto Amazon Studios, che ha distribuito Fleabag a livello globale attraverso la propria piattaforma, gioca d’astuzia e a neanche due giorni dall’exploit al Microsoft Theatre mette sotto contratto Phoebe per la realizzazione di nuovi contenuti originali a partire dai prossimi anni. Progetti che molti fan sperano contemplino una terza stagione di Fleabag, su cui l’ideatrice sembra, però, scettica.
https://www.youtube.com/watch?v=ph88j_cwxf0&t=99s«A essere sincera, questo è il modo migliore per dirle addio. A me sembra che la storia sia completa, penso sia perfetta così. Si conclude su una nota alta, che non si può superare», spiega, infatti, la Waller-Bridge interpellata da TvLine sulla possibilità di una terza stagione. «Ho una mezza idea di riportarla in vita quando avrò tra i 45 e i 50 anni. Voglio dire, nelle ultime due stagioni Fleabag ha fatto un percorso gigantesco: all’inizio si odiava e invece sul finale è tornata a credere di poter amare qualcuno e si è finalmente perdonata. Devo rispettare questo arco narrativo e lasciarla andare per un po’», aggiunge poi in un altro intervento alla BBC, aprendo uno spiraglio al ritorno del suo personaggio che, però, potrebbe non comparire prima del 2030, quando l’attrice compirà 45 anni.
Intanto, la Waller-Bridge si gode il suo momento di gloria: dopo la firma del nuovo contratto con Amazon, è impegnatissima con la lavorazione di Run, la sua nuova comedy scritta insieme a Vicky Jones che andrà in onda su HBO e avrà come protagonisti Merritt Wever e Domhnall Gleeson, e su No time to die, l’ultimo capitolo della saga di James Bond che l’ha reclutata di corsa per conferire freschezza a un prodotto che, per forza di cose, è stato spesso bollato come maschilista e poco attento all’universo femminile. L’età dell’oro per Phoebe è ormai cominciata e, se gioca bene le sue carte, potrebbe non esaurirsi tanto presto.