Letteratura: doppio Nobel per Peter Handke e Olga Tokarczuk
Verrà ricordato come l’anno dei due Nobel per la Letteratura. L’Accademia di Svezia ha assegnato due riconoscimenti colmando il vuoto dello scorso anno quando il premio non venne dato dopo lo scandalo per molestie sessuali causato dal marito di una delle giurate. I vincitori sono: Peter Handke per il 2019 e Olga Tokarczuk per il 2018.
https://twitter.com/NobelPrize/status/1182249645692588034Entrambi sono editi in Italia, ma il primo è nome più noto da noi della seconda. Il premio all’austriaco Handke, pubblicato da Guanda, ha questa motivazione: «per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana». È invece Bompiani a pubblicare da noi la polacca Tokarczuk che è stata premiata per la sua «immaginazione narrativa che con enciclopedica passione rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita».
Peter Handke è nato in Carinzia nel 1942. Il padre è austriaco, la madre fa parte della minoranza slovena della regione. Ha studiato giurisprudenza senza arrivare alla laurea e la sua vita è stata segnata, nel 1971, dal suicido della madre. È scrittore e drammaturgo, con Wim Wenders ha firmato la sceneggiatura di un film memorabile: Il cielo sopra Berlino, espressione di quel mondo di umili per cui l’Accademia lo premia.
Fra le sue opere il romanzo semi-autobiografico Infelicità senza desideri, Insulti al pubblico, La donna mancina, Breve lettera del lungo addio. Dal suo romanzo Prima del calcio di rigore sempre Wenders ha tratto un film. Alla situazione dell’ex-Jugoslavia ha dedicato tre lunghi reportage. Del Nobel ha detto in passato che avrebbe dovuto essere abolito.
L’autrice polacca Olga Tokarczuk, 59 anni, ha fra le sue opere più recenti I vagabondi, che ha vinto il Man Booker International Prize. «In questo libro», ha raccontato a Repubblica, «ho inventato una mia forma narrativa, che consiste in brevi storie, aneddoti, citazioni, sorprese, immagini. È un diario di viaggio particolare, ma che non si concentra sui luoghi visitati o sulle persone incontrate, bensì si addentra piuttosto nel fenomeno stesso del viaggio».
La vita nomade è il tema conduttore del libro che racconta la storia della sorella di Fryderyk Chopin, che portò il cuore del musicista polacco da Parigi a Varsavia, quella dell’anatomista olandese scopritore del tendine di Achille e di un bambino nigeriano che fu portato alla corte imperiale austriaca come mascotte e dopo la morte impagliato per essere esposto.
Tokarczuk, che ha studiato Psicologia, è anche un’editrice ed è attiva politicamente come membro del partito dei Verdi polacco. In Italia è stata pubblicata solo alla fine degli anni Novanta quando era già attiva da un decennio. Fra i suoi romanzi: Nella quiete del tempo, Casa di giorno, casa di notte, Che Guevara e altri racconti, Guida il tuo carro sulle ossa dei morti, giallo che si interroga sulle responsabilità degli esseri umani verso la natura. Il romanzo epico I libri di Jacob è ambientato nella Polonia del XVIII secolo e racconta una parte di storia ebraica. È stato osteggiato dagli ambienti nazionalisti polacchi e oggetto di campagne d’odio sul web.