«Il Collegio»: quando la maleducazione raggiunge il limite
Che le urla e le piazzate siano molto più «televisive» delle cosiddette acque chete è una di quelle verità che tutti conoscono, ma che nessun addetto ai lavori ci confermerebbe. Da Antonella Elia che prende Aida Yespica per i capelli a Pamela Prati che, dopo essere stata espulsa, chiede alla produzione di chiamarle un taxi, il meccanismo si ripete di reality in reality all’infinito, come se fosse un numero periodico. Cosa succede, però, quando i protagonisti di questi teatrini sono dei minorenni che non hanno alle spalle nessuna esperienza nel mondo dello spettacolo? È il caso de Il Collegio, il fortunato docu-reality di Raidue che, oltre a offrire uno spaccato plausibile della vita degli adolescenti di oggi, ci mostra anche dove possa arrivare la sbruffonaggine di certi soggetti pur di rimanere impressi nella memoria degli spettatori. Esattamente come le sorelle Cora e Marilù Fazzini che, dopo essere state cacciate alla terza edizione, sono finite a fare la réclame di una famosa marca di assorbenti proprio all’interno del programma che le ha rese famose.
https://twitter.com/RaiDue/status/1191836638743343110Emblematico, in questo senso, è il caso di Claudia Dorelfi, la quattordicenne romana che, fin dal primo giorno di riprese, si mostra subito insofferente al rispetto delle regole. E così, dopo aver fatto il gesto dell’ombrello alla professoressa Petolicchio e aver minacciato la giovane Maggy Gioia, quattordicenne anche lei, per aver fatto la spia ai suoi danni, la goccia che fa traboccare il vaso arriva alla terza puntata, quando, al momento della sveglia, discute con la signorina sorvegliante per via dei capelli in disordine. La Dorelfi sbuffa, borbotta e, a un certo punto, senza quasi rendersene conto, manda a quel paese la signora senza troppi complimenti. Un affronto che non resterà impunito e che la ragazza prova a giustificare in questo modo: «Vabbè, le ho detto vaffanculo, mica le ho detto fottiti». È così che si difende spiegando che lei, quando si arrabbia, manda a quel paese chiunque le capiti a tiro, mica solo la sorvegliante. Era inevitabile, però, che il preside non prendesse provvedimenti, prima mandandola in isolamento e poi chiamando i genitori lasciando che la puntata finisca così, con lei che viene convocata nel suo studio e i compagni che accorrono al cancello per dire addio a una di loro.
https://twitter.com/RaiDue/status/1191847190165106688Eppure, in questa edizione del Collegio, di studenti sopra le righe ne stiamo incontrando parecchi. Da Asia Busciantella che, con spavalderia, risponde ai professori sottolineando che a lei di studiare non importa niente, a Martina Brondin che, nel giro di tre puntate, è passata dalla ragazzina timida e un po’ insicura a quella che fa il verso ai docenti e inveisce contro una collega, Chiara Adamuccio, che ha solo la colpa di essere entrata nel programma dopo di lei. Il sadismo che le ragazze tirano fuori quando quest’ultima è sottoposta alla prova del taglio di capelli, incapaci di trattenere un risolino soddisfatto di fronte alla disperazione dell’amica, è probabilmente un sonoro schiaffo a tutti quei messaggi di solidarietà femminile di cui spesso la televisione si fa portavoce. Messaggi che vengono schiacciati anche da Giorgio Ciupilan e Alex Djordjevic che, a un certo punto, dicono che le donne sono buone solo «a stirare e a tenere i bambini mentre è l’uomo che deve portare il pane a casa» e che incontra subito la reazione di Vilma D’Addario, uno dei personaggi più positivi di questa edizione insieme a Maggy Gioia e a Mario Tricca, il ragazzo che patisce l’ansia del futuro e che nel Collegio ammette di non sentirsi a suo agio proprio perché certi suoi compagni sono «maleducatissimi». Sono loro, dopotutto, a rappresentare un esempio da seguire e a distinguersi dal resto della massa. Cosa che, specie con individui come Francesco Cardamone che in un tema scrive che la cosa peggiore dell’essere rinchiuso in un campo di concentramento sarebbe quella di non dormire, non sembra poi un’impresa così difficile da conquistare.