Sorpasso storico: il matrimonio civile batte quello religioso
La durata del matrimonio della regina Elisabetta e del principe Filippo è utopia, ma anche un matrimonio religioso come quello di Harry e Meghan è ormai sempre più raro in Italia. Nel 2018, per la prima volta nella storia, i matrimoni con rito civile hanno superato quelli con rito religioso. Adesso il 50,1 per cento degli italiani si sposa in comune, magari non rinunciando all’abito bianco, ma mettendo da parte la Chiesa.
Solo per le prime nozze resta il primato per la scelta religiosa, ma il totale, che comprende tutte le unioni, dice che ormai si va più spesso davanti al sindaco. A portare in testa il rito civile sono le seconde nozze, che aumentano dal 13,8% del 2008 a quasi il 20% dieci anni dopo, e le unioni in cui almeno uno degli sposi è straniero. I dati Istat mostrano anche un forte divario territoriale: al Nord i matrimoni con rito civile sono il 63,9%, al Sud appena il 30,4 per cento, meno della metà.
In numeri assoluti i matrimoni sono in crescita. Sono stati 4500 in più nel 2018 rispetto all’anno precedente per un totale di 195.778. Come sono gli sposi? Sempre meno giovani. In media gli sposi hanno 33,7 anni e le spose 31,5. Secondo l’Istat il matrimonio ritardato è causato dall’invecchiamento della popolazione. La fascia tra i 16 e i 34 anni è scesa di 12 milioni negli ultimi 10 anni e ci sono sempre meno giovani da sposare. A incidere è anche l’aspetto economico. Prima del grande passo si aspetta la stabilità e spesso ci sono anni di convivenza (quadruplicato il numero delle coppie in vent’anni) a precedere le nozze.
Scendono invece le unioni civili rispetto al 2017. Lo scorso anno hanno scelto l’unione civile 2.808 coppie dello stesso sesso, quasi la metà dell’anno precedente. Prevalgono in questo caso le coppie di uomini (sono il 64,2%) e sono soprattutto nel Nord-ovest (37,2%), appena l’8,6% al Sud e il 5,5% nelle isole. Una su tre è fatta a Roma o a Milano.