Tommaso Paradiso: «Mi diverto solitamente dopo le 18»
Tommaso Paradiso ha «drammi che nessun medico sa risolvere». Uno su tutti? Quello della seconda sveglia. «Quando tu vai a dormire all’una, una e mezza e ti svegli dopo quattro ore e sei iperattivo. In quel momento vorrei anche alzarmi, fare sport, leggere. Poi però ti dici “sono le cinque e mezza, è tutto buio. Ma dove pensi di andare?”», racconta sul palco della seconda giornata del Vanity Fair Stories, «Così provo a intrattenermi con il cellulare, la tv e a un certo punto mi riaddormento. E quando mi risveglio è un incubo, come se non avessi mai dormito».
Un altro dramma? «Vorrei far capire cosa rappresenta per me la notte e cosa rappresenta il giorno. Uscirà una mia nuova canzone relativamente a breve, dove il primo verso dice “Mi diverto solitamente dopo le 18”. Quando la mattina mi sveglio il mio obiettivo è arrivare al dopo mezzogiorno». E poi c’è la fase del dormiveglia: «Spesso vivo in dormiveglia. Magari il cervello capta delle note e mi viene in mente una melodia, mi alzo dal letto vado verso il pianoforte, scrivo quella piccola cosa, e poi torno a letto».
Cose che non ama: «Albeggiare, lo detesto. Voglio andare a letto col buio pesto». Cose che ama: «Come tutti quelli nati negli anni ’80, ho una passione per le cose del passato. C’era una volta il west, Fantozzi… come si fa a non conoscere il geometra Calboni? È l’emblema dell’italiano medio, uno di quelli per cui è sempre colpa di quelli che stanno peggio perché è più facile. Ma non sono solo un nostalgicone, parlo anche del presente, del futuro». Sogni da ragazzino: «Da ragazzino stavo così bene da non avere sogni. Ho avuto un’infanzia felice, nonostante la mancanza di un padre. Con mia madre e cinque sorelle. Il bambino è veramente puro, da ragazzino avevo delle felicità che venivano dalla purezza dei gesti. Avanzando, cerchi altro, ti sporchi. Succede a tutti. Da ragazzino, non avevo paura di nulla».
Del presente, però, non si lamenta: «Sono autonomo, suono e riesco a vivere attraverso la musica, ho comprato casa. Ho una ragazza meravigliosa, è tutto molto bello, ma la felicità del dopo le elementari era un’altra cosa». Perché la musica? «Non ho iniziato a suonare pensando ai baci, al successo», scherza, «ma ho sempre pensato alla musica come a una sfida, ci ho sempre creduto. Adoro il pubblico, suonare in mezzo a loro è fantastico. Il problema è quando vai a dormire solo in una stanza vuota».
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Si ringrazia anche Medusa