Greta Thunberg, Ilaria Cucchi e Liliana Segre: i personaggi dell’anno secondo Vanity Fair
La forza esplosiva della gioventù che non si arrende alla lenta ma inesorabile disfatta del pianeta e cerca di invertire la rotta. La tenacia di una donna che per dieci anni ha combattuto per ristabilire la verità e avere giustizia per la morte del fratello. E ci è riuscita. La straordinaria testimonianza di chi ha vissuto sulla propria pelle l’odio, la discriminazione, la guerra e lotta per tenere viva la memoria collettiva. Perché quello che è accaduto una volta non accada più. Tre donne, tre storie diversissime ma ugualmente straordinarie per la loro potenza e per quello che rappresentano. Greta Thunberg, Ilaria Cucchi e Liliana Segre: ecco i personaggi che la redazione di Vanity Fair ha scelto come simboli del 2019.
Tre donne, forse non a caso, in un anno in cui la parità di genere è stato un tema fondamentale. Ma soprattutto tre simboli che rappresentano valori e battaglie nelle quali noi crediamo profondamente. Perché Greta, con le sue proteste pacifiche e solitarie davanti alla scuola, è stata capace di aprire un varco nella coscienza collettiva e di trascinare con sé un’intera generazione. Con lei i giovani sono scesi in piazza, ritrovando la propria voce e uno scopo per cui battersi: la tutela del nostro pianeta.
Grazie a Greta è cominciato un processo inarrestabile. Una nuova generazione, con i suoi Fridays for Future, si è trasformata in un movimento di protesta globale che non può più essere ignorato. Come non possono essere più ignorati i cambiamenti climatici e i danni che l’inquinamento globale sta producendo sul pianeta.
«Stefano è stato ucciso, lo sapevamo, forse adesso potrà riposare in pace e i miei genitori vivere più sereni. Ci sono voluti 10 anni di dolore ma abbiamo mantenuto la promessa fatta a Stefano l’ultima volta che ci siamo visti che saremmo andati fino in fondo». In queste poche parole si sintetizza, invece, la battaglia civile di Ilaria Cucchi. Una sorella, una donna, un cittadino che non si è voluto arrendere a una giustizia ingiusta fatta di depistaggi, falsità, nascondimenti e senza paura ma con tenacia e compostezza ha combattuto per dieci anni per far emergere la verità. E proprio grazie alla sua tenacia è arrivata fino in fondo. E noi vogliamo omaggiare quella tenacia e la forza chi non si arrende pur di avere giustizia per un suo caro e per garantirla a noi tutti.Ottantanove anni, reduce dei campi di concentramento, Liliana Segre, da 60 anni è la testimone dell’Olocausto. Una donna che non si è mai risparmiata per tenere accesa la memoria collettiva e che da sola è un monito degli abissi che può raggiungere la follia e la crudeltà umana.
Nominata senatrice a vita per i suoi altissimi meriti in campo sociale, è stata messa recentemente sotto scorta per le minacce ricevute. Proprio per il suo impegno, per l’amore e la resilienza che possono e devono vincere sull’odio, l’abbiamo scelta come simbolo di quest’anno che ha visto rinascere ondate di razzismo e intolleranza. Ma che ha trovato anche persone che non si arrendono, che non vogliono cedere, perché sognano un futuro migliore per tutti.Non perdere mai la speranza, non smettere di mai di combattere: ecco quello che ci resta del 2019 e che vorremmo fosse un’ispirazione per il 2020.