La carenza idrica è ormai strutturale: per risolverla serve un miliardo all’anno
«La carenza idrica è una questione strutturale, non è più solo un’emergenza e di fronte a una sfida di questa portata si ha il dovere di fare delle scelte, perché la cosa peggiore è stare fermi ad aspettare che piova». Parla della siccità con il ritmo di un fiume in piena, Francesco Vincenzi, presidente nazionale Anbi, l’associazione dei Consorzi di gestione acque irrigue, alle conclusioni del convegno per il centenario dei moderni Consorzi di bonifica, il 6 marzo.
Una mattinata che ha riunito, nell’atrio degli Arcieri di palazzo Ducale, amministratori, tecnici e utilizzatori per riflettere su come affrontare il futuro con una gestione razionale delle acque. «Avremmo bisogno di investire un miliardo all’anno per i prossimi dieci anni per le infrastrutture irrigue – afferma Vincenzi – le risorse ci sono e già oggi i consorzi di bonifica hanno progetti cantierabili per quattro miliardi di euro. Dobbiamo investire per il futuro».
Dai lavori del convegno emergono le priorità: creare riserve d’acqua, investire su una rete idrica obsoleta, innovazione tecnologica in materia di irrigazione e gioco di squadra tra tutti gli attori. La crisi climatica è una sfida epocale che «richiama la politica a svolgere il proprio ruolo» afferma il sindaco Mattia Palazzi. E Massimo Lorenzi, presidente del Consorzio del Mincio, rappresentando anche i colleghi degli altri consorzi promotori dell’incontro, parte da qui per affermare che «i Consorzi le soluzioni le sanno trovare».
La nuova normalità dettata dai cambiamenti climatici chiede risposte, la siccità del 2022 ha comportato sei miliardi di perdite nella filiera agroalimentare ma «c’è totale mancanza di una visione che conduca a scelte di fondo» sentenzia il direttore generale Anbi, Massimo Gargano. «In un quadro di mancata coesione – spiega – se mancasse l’acqua, saremo chiamati a scegliere se dare acqua al sistema energetico o all’agricoltura».
Gargano annuncia che il lavoro di tredici università, messe in campo da Anbi, proporrà le innovazioni per il Terzo millennio. Claudio Gandolfi, professore di idraulica agraria a Milano, porta esempi di sperimentazioni efficaci, anche sul riuso di acque reflue da depuratori.
Al tavolo dei relatori per Enel Hydro Italia area nord, Giovanni Rocchi assicura anche per il 2023 la messa a disposizione di acqua dalle centrali. In rappresentanza del Governo, intervengono i sottosegretari Morelli e D’Eramo: entrambi chiedono che il mondo agricolo porti proposte e suggerimenti in vista del decreto legge che verrà varato.
Incalzante l’intervento di Coldiretti: Ettore Prandini, presidente nazionale, chiede «un piano d’attacco e bacini di accumulo che generino valore economico per la filiera agroalimentare che il mondo ci invidia e che in qualche anno si rischia di perdere» e ricorda che con lo stress idrico si generano prodotti di scarsa qualità.
Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova chiede di rivedere l’utilizzo della galleria Mori-Torbole per portare acqua dall’Adige al Garda. Manca l'apporto dei ghiacciai, la falda è un metro più bassa rispetto all'anno scorso: «Se non abbiamo una scorta nevosa dobbiamo avere quella liquida» ricorda Alessandro Rota di Anbi Lombardia invocando un piano strategico.
Sui tavoli di lavoro c'è il “piano laghetti”, per evitare che l’acqua piovana si disperda inutilmente verso il mare: oggi viene intercettato l’11%, l’obiettivo deve diventare il 50%.