Omicidio Luca Tisi, inizia il processo per Bruno Macchi: il senzatetto fu colpito da 85 coltellate
Gli avvocati della difesa hanno anticipato la richiesta di una perizia psichiatrica per accertare le condizioni del 28enne la notte del delitto
UDINE. È iniziato oggi, venerdì 3 maggio, dinanzi alla Corte d'Assise nell'aula Falcone Borsellino del tribunale di Udine, il processo a carico di Bruno Macchi, il 29enne reo confesso dell'omicidio del senzatetto di 58 anni Luca Tisi commesso all'alba del 19 aprile 2023 nella galleria Alpi di Udine, dove viveva.
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Gli avvocati Massimiliano Basevi e Cristian Buttazzoni, che per il loro assistito sostengono la tesi dell'eccesso colposo di legittima difesa, hanno anticipato la richiesta di una perizia psichiatrica, necessaria, come hanno evidenziato, per stabilire le reali condizioni in cui Macchi si trovava quella notte.
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Una quarantina i testi che saranno chiamati a deporre nel corso delle prossime udienze calendarizzate fra 7 e 21 giugno e 5 e 10 luglio
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La ricostruzione di quella notte
Furono «almeno 85» le coltellate inferte da Macchi al senzatetto. L’aggressione avvenne con un coltello di tipo subacqueo con impugnatura di 10,5 centimetri e lama di 12 centimetri. L’autopsia evidenziò ferite al capo, al collo e a entrambe le braccia.
L’indagato colpì la vittima «con entrambe le mani», recita il capo d’imputazione, e questa «sopravvisse per diversi minuti». Un’agonia che, quindi, avvalorerebbe la circostanza della crudeltà.
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Quanto al movente - detto che Macchi, nel corso dei tre successivi interrogatori sostenuti con il magistrato titolare del fascicolo, ha confessato l’omicidio, ma senza motivarlo compiutamente - la Procura ha ritenuto di ravvisare i motivi abietti e futili nella frase che Macchi aveva pronunciato un paio d’ore prima del delitto, rivolgendosi a un altro avventore, mentre si trovava in un bar di via Mercatovecchio. «Stasera – era stato sentito dire – ho voglia di uccidere qualcuno».
Niente più che «suggestioni», secondo la difesa, che anche ieri ha cercato di scalfire il «convincimento granitico» della Procura, in particolare rispetto alle aggravanti.
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«A nostro avviso non sussistono – ha affermato durante l’udienza preliminare l’avvocato Basevi –. Confidavamo in una riformulazione del capo d’imputazione in vista del processo, anche alla luce del comportamento sempre collaborativo e, poi, nel corso della detenzione carceraria, esemplare dimostrato dal nostro assistito». Così non è stato e a rimanere profondamente diverse sono le versioni dell’unica parte della vicenda rimasta invisibile alle telecamere: un omicidio efferato, secondo la ricostruzione accusatoria, un eccesso colposo nella legittima difesa, secondo i suoi legali, vista la paura provocata dal ritrovarsi afferrato a un piede mentre, dall’ingresso di via Ermes di Colloredo, si recava ad acquistare le sigarette al distributore automatico.
«Non ci sono testimoni e neppure riprese delle telecamere e i processi si fanno sulle prove e non sugli indizi e le congetture». E se dubbi residuavano anche rispetto alla sua condotta nei giorni successivi al delitto - la Polizia lo individuò e arrestò quattro giorni dopo, nell’appartamento di via Deciani dove abitava -, è stato lo stesso Macchi, in aula, a spiegare le ragioni della sua fuga. «Non mi sono costituito – ha detto – perché ero sotto choc».
Il ricordo nella galleria Alpi
È passato più di un anno da quando, il 15 aprile scorso, il clochard 58enne Luca Tisi è stato ucciso a coltellate nella galleria dei condomini Alpi di piazzale Osoppo. Nelle settimane scorse qualcuno, per ricordarlo, ha acceso un lumino, sistemandolo proprio là dove c’erano i suoi cartoni e il suo sacco a pelo. Là dove, in sua memoria, è stata poi posizionata l’immagine stilizzata di un uomo che si porta dietro un trolley e, sotto, il nome “Luca”.
«Un lumino ricorda Luca, silenzioso, educato, che non dava fastidio a nessuno. Una preghiera per lui» ha scritto qualcuno sui social network in questi giorni. Qualche giorno dopo la polizia ha arrestato, come sospettato per l’omicidio, Bruno Macchi, 29 anni, nato in Brasile, adottato da una coppia di italiani e residente a Udine, invia Deciani.